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Tour dei Castelli Gualdesi della Valle del Puglia

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Tour dei Castelli Gualdesi della Valle del Puglia

Tour dei Castelli Gualdesi della Valle del Puglia

Descrizione dell'itinerario

Il piccolo borgo medievale di Gualdo Cattaneo è un antico castello arroccato sulle propaggini settentrionali dei Monti Martani, tra i torrenti Puglia e Attone. La sua posizione è centrale in quanto si trova tra la Valle Umbra, quella che va da Foligno a Spoleto, e la Valle Tiberina, quella delineata dal tratto umbro del Tevere.

Percorso ad anello di 45 km da percorrere in auto
Cartografia di riferimento: Carta turistica stradale Regione Umbria - scala 1:250000
Durata: 5 ore

 

Castello di Gualdo Cattaneo
Iniziata nel 1494, era stata progettata secondo i canoni militari dell'epoca, in cui l'avvento delle artiglierie stava mutando sostanzialmente l'aspetto di tutte le strutture difensive. La rocca chiamata "Dei Borgia" in onore di Papa Alessandro VI, fu portata al termine nel 1500 e alla sua costruzione si alternarono diverse maestranze. Il primo castellano fu Giovanni I Olivieri da Foligno che era obbligato a risiedere permanentemente nella rocca con tutta la guarnigione. I discendenti di Giovanni acquisiranno il feudo di Frecco (Valfabbrica) Perugia fu sempre contraria all'opera difensiva, tanto da inviarvi un contingente militare guidato da Orsini per abbatterla; vani furono gli assalti, sia per la validità della struttura, concepita per resistere autonomamente anche a un lungo assedio, sia per il coraggio del comandante Crispoldi di Foligno. Nel 1624 la rocca ospitò Galileo Galilei, che vi soggiornò per alcuni giorni. Nella seconda metà del ‘600, il complesso militare andò incontro ad un costante degrado tanto da richiedere nel 1695 adeguate opere di restauro a spese del comune di Foligno. Nel 1877 l'edificio versava ancora in grave degrado e parte dei beccatelli erano crollati; vennero ripristinati con il restauro del 1955. Ha la forma di un triangolo equilatero in cui ad ogni vertice corrisponde una torre rotonda e troncoconica, intercomunicante con le altre attraverso camminamenti sotterranei. La torre più alta ha la base di 80 metri di circonferenza e un'altezza di 20 metri e domina tutto il borgo; è costituita da 5 piani in cui si trovano tutti gli elementi abitativi necessari alla difesa e alla residenza della guarnigione.


Castello di Pomonte
Pomonte appartenne ai conti di Antignano.(la contea di Antignano, castello posto sulle colline di Bevagna, comprendeva diversi possedimenti che spaziavano tra Bevagna e Gualdo Cattaneo. Nel 1305 vennero convocati "ad parlamentum" nella cattedrale di Foligno i rappresentanti del castello di Pomonte per far cessare le ostilità contro il rettore Deoticlezio de Loiano, posto a capo del ducato di Spoleto. Nel 1318 il castello insorse contro i guelfi rifiutando di pagare i tributi e di difendere la chiesa con le armi, proclamandosi seguace del conte Federico I da Montefeltro che stava imperversando nel territorio umbro. Nel 1322 il castello fu assoggettato e reso tributario di Todi. Nelle immediate vicinanze di Pomonte sorge l'antica rocca fatta costruire dall'Albornoz, ora ridotta a rudere. Sotto la rocca si trova ben visibile ed in ottimo stato conservativo un manufatto fortificato eretto intorno al 1415 da Gregorio XII. Nel 1421, Pomonte passò sotto il vicariato dei Trinci con Corrado XV; nel 1451 venne dato in feudo ai Crispolti di Bettona che ne mantennero la proprietà fino al 1658, anno in cui ritornò alla Santa Sede. Nel 1943 il palazzo fu scelto dai tedeschi quale alloggio per il comando e l'anno seguente fu oggetto dell'azione del gruppo partigiano che asportò tutto il materiale requisito dai militari d'oltralpe. Oggi la struttura si eleva maestosa sopra un colle, circondata da una ricca vegetazione; a pianta quadrilatera, presenta agli angoli piccole torri controscarpate d'altezza pari alla metà del palazzo.



Castello di Cisterna
Risale al XIII sec. e si eleva su un colle sopra il fiume Puglia. Sotto il dominio Perugino fino al 1378, era il castello della zona con il più alto numero di fuochi; per la festa di S. Ercolano gli abitanti dovevano mandare a Perugia tre libbre di cera. Nel 1412, il castello venne acquistato da Ugolino III Trinci. Papa Gregorio XII con atto del luglio 1412, concesse il castello in vicariato al Trinci, dietro il pagamento di un tributo annuale, con i consueti patti di fedeltà e di amministrazione della giustizia. Nel 1414, l'Italia centrale e l'Umbria, furono invase dalle milizie di Ladislao d'Angiò, re di Napoli. Ugolino III si accordò con i fiorentini ponendosi sotto la loro giurisdizione. Il castello di Cisterna restò ai Trinci fino al 1441 quando la loro signoria terminò; contava all'epoca 118 abitanti. Nel 1802 fu unito al comune di Gualdo Cattaneo, poi fece parte della comunità di S.Terenziano appodiata a Collazzone e indipendente dal 1829; nel 1861 ritornò sotto Gualdo Cattaneo. Allo stato attuale si presenta in discrete condizioni, con l'alta torre medievale ancora ben visibile, adiacente alla quale si trova un nucleo abitato di origine ottocentesca.



Castello di Pozzo
Un castello immerso nel verde degli ulivi che, dirimpetto a Pomonte,  sovrasta la valla del Puglia. La quantità d'olio, cui fa riscontro la fiorente attività molitoria dev'essere stata tanta e tale, fin dai tempi più lontani, da non potersi contenere in un pozzo. Da qui, forse, il nome di questo castello, antico scenario di lotta tra le fazioni di Bevagna e Todi, città, quest'ultima, che segnò di più e per lungo tempo la sua presenza in territorio putuense. Da ammirare l'impianto architettonico del borgo fortificato e certi scorci medievali di grande efficacia.



Castello di Marcellano
In un dolce degradar di colline, a confine tra i comuni di Gualdo Cattaneo e Giano dell'Umbria in provincia di Perugia, sorge MARCELLANO. Secondo una tradizione il castello avrebbe tratto origine da appartenenti alla "Gens Marcella" (della XLI Legione dell'Esercito di Roma) ai quali quella terra fu concessa come premio di congedo. Ma da fonti storiche e documentate, il nome di Marcellano compare in atti del 1200 dai quali risulta che il castello era abitato da circa 700 persone, pertanto la sua origine si può far risalire intorno al XII secolo. Nel 1219 nonostante fosse situato in luogo di non facile portata, il castello di Marcellano fu occupato, per conto di Federico II da Napoleone di Coccorone, generale dei ghibellini. In seguito ritornò all'obbedienza della città di Todi sotto i guelfi. Alla fine del 1500, Marcellano, si muniva di un'organizzazione sociale e politica propria a tutti i castelli umbri in generale e tudertini in particolare, e nei successivi anni si adornava di monumenti religiosi ed opere pittoriche notevoli, grazie alla politica intraprendente, autoritaria e feconda del vescovo Ancaiani ed all'attività della locale nobile famiglia Cori. Dopo un breve periodo sotto la giurisdizione del comune di Collazzone, nel 1861, Marcellano passava sotto la territorialità del comune di Gualdo Cattaneo, alla quale tuttora appartiene.


Castello di Simigni
Fondato nel 1103 da tale Seminio dei conti di Collazzone venne fortificato nel 1322 con la costruzione di una torre e di possenti mura difensive. Nel 1363 fu assalito e conquistato dalla compagnia del Cappelletto , la Compagnia dopo avere conquistato S. Gemini e Simigni, ottenne dal comune di Todi 1000 fiorini affinchè lasciasse quei luoghi. Mantennero la parola ma crearono un piccolo feudo intorno al castello di Torreuccia, tra Gualdo Cattaneo e Bastardo. Questa Compagnia era formata da rampolli della nobiltà italiana in cerca di avventure e di gloria. Nel dicembre 1363, appena liberato dalla prigionia senese, Nicolò da Montefeltro cercò di raggiungere i compagni che erano accampati presso Simigni, ma venne catturato dai todini e rinchiuso nel carcere. Nel 1389 Simigni passò sotto il dominio dei Trinci, nel 1410 sotto Braccio Fortebracci; poi nuovamente ai Trinci e da questi agli Atti. Molti feudi, in quel particolare momento storico, erano soliti passare dai Trinci ai Fortebracci e viceversa. Nel 1435 Corrado XV Trinci restituì Simigni al governatore di Perugia, monsignor Alberto Alberti. Il castello passò dopo un'infeudazione agli Atti, sotto la giurisdizione dell'abbazia cistercense di Chiaravalle e, successivamente eretto a contea, ebbe per signore il conte Federico di Simigni.Nel 1645 fu riacquistato dagliu Oddi di Todi, proprietari anche di palazzo Atti; all'inizio del ‘600 il priore tuderte Benigno Degli Oddi apportò abbellimenti e restauri di notevole significato alla città. Attualmente il castello appartiene alla famiglia Bonadies di Roma.

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