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Castello di Saragano

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Spetta forse al console romano, generale di Traiano, Lucio Lucinio Sura, che vi trascorreva le vacanze estive, il nome del castello di Saragano (in origine Suragano). Incerta in realtà è la genesi di questo toponimo curioso, una delle ipotesi lo riferisce al passaggio dei saraceni che attraversarono queste terre saccheggiandole. Questo piccolo castello, arroccato sulle colline gualdesi, mostra ancora oggi, quasi intatta, la tipica forma a chiocciola, protetto come in un abbraccio dalle possenti mura medioevali. Probabilmente il luogo, sito nei pressi del corridoio bizantino, fu fortificato già dai longobardi, come altri castelli del territorio di Gualdo Cattaneo. Una storia curiosa racconta che i suoi abitanti resistettero ad un assedio dei Perugini nel 1320, e nella loro ritirata li inseguirono fino a Ceralto, lasciando così il castello sguarnito, facile preda per i tuderti che lo occuparono; le sue sorti si legano infatti al potente comune di Todi, come attesta lo stemma con l'aquila bicipite tuderte. Il castello si presenta oggi ben ristrutturato, con piccoli vicoli e case in pietra calcarea e arenaria; all'interno delle mura si trova l'ex chiesa parrocchiale, dedicata a San Pietro Apostolo, di scarso interesse storico-artistico. Il borgo è stato adibito a relais di lusso e dai vari punti panoramici si può ammirare il tipico paesaggio umbro, distese di oliveti e vigneti, boschi di querce e in lontananza il profilo dei Monti Martani e la valle umbra. Appena si arriva al paese, ci si trova subito di fronte una piccola chiesa in pietra, a pianta rettangolare con copertura a capanna; risultato dell'ampliamento di una maestà precedente. Si tratta della chiesa di San Pietro, che conserva affreschi votivi del XV-XVI sec. con iconografie tradizionali, legate alla devozione popolare del luogo. Troviamo San Rocco e San Sebastiano, santi invocati contro le pestilenze, una Madonna della Misericordia e una Madonna con bambino tra santi. Nella campagna di Saragano, isolata tra campi, si trova invece la piccola chiesa di Santa Maria delle Grazie, già documentata nel 1574 durante una visita pastorale nella zona, quando risultava rovinata e bisognosa di restauro; la semplice facciata in pietra mostra un dettaglio interessante e alquanto raro nella zona: un capitello a stampella in calcare locale riportante una croce, inserito sopra la porta di accesso. La chiesa di Santa Maria è rimasta nel tempo luogo di devozione alla Madonna da parte degli abitanti del paese di Saragano. Vi venivano celebrate le festività pasquali con la processione venerdì santo, la benedizione dei cibi, la processione nel giorno di Pasqua, la benedizione delle campagne in prossimità dell'Ascensione, la processione per il Corpus Domini. 

Approfondimenti e curiosità

La storia leggendaria dell'aquila tuderte

Secondo un'antica leggenda, Todi fu fondata nel 2707 a.C. dalla tribù dei Veii-Umbri, stabilitasi lungo le rive del Tevere per costruire, in pianura, un nuovo villaggio. Un giorno, mentre gli uomini della tribù erano intenti a consumare il loro pasto, un'aquila scese rapidamente dal cielo e, afferrata la tovaglia, la depositò in cima al colle che sorgeva alle loro spalle. L'apparizione dell'aquila fu letta come un segnale divino: Tudero, a capo della spedizione, condusse i suoi uomini in cima al colle e in breve tempo furono costruite le mura della città. Il luogo esatto in cui fu tracciato il primo solco è indicato dalla tradizione nell'attuale rione che si stende alle spalle del Duomo, non a caso denominato Nidola o Nido dell'Aquila, poiché qui la mitologica aquila avrebbe costruito il proprio nido. Testimonianza di quanto questa leggenda sia radicata nella tradizione cittadina è il simbolo stesso di Todi: un'aquila ad ali spiegate i cui artigli sorreggono un drappo. Essa si trova rappresentata sui più insigni monumenti urbani, e campeggia oggi sulle porte di ingresso dei tanti castelli che nel Medioevo erano sotto il dominio di tuderte. Molti dei borghi del territorio gualdese, zona limitrofa a Todi, per un periodo furono sotto il dominio del comune di Todi, ecco perché nella maggior parte di essi troviamo apposto lo stemma con l'aquila che campeggia ancora oggi a testimoniare questo momento storico.
Dove trovarlo
Video del castello