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Castello di Speltara

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Il castello di Speltara, nella sua veste ormai di rudere, è avvolto da un vero alone di mistero; la sua posizione isolata, l'atmosfera sospesa che si respira intorno alle sue mura, il fascino che emanano le sue pietre permettono un vero un tuffo nel medioevo più puro. Situato a pochi passi da San Terenziano, questo vetusto maniero si erge a dominio della valle di Todi, con la sua struttura a pianta quadrata, oggi quasi interamente avvolto dalla vegetazione che si è riappropriata della sua storia secolare. Le prime notizie risalgono alla fine del XIII sec. quando Speltara era sotto la giurisdizione di San Terenziano: il suo nome si lega alla coltivazione della spelta, pianta della famiglia delle graminacee, simile al grano e chiamata poi farro. Il castello seguì le vicende storiche di Gualdo Cattaneo e dei territori limitrofi, diventando alternativamente feudo perugino, avamposto di Braccio Fortebraccio ed infine possedimento tuderte.
Alto e massiccio, con la sua struttura compatta, è composto da un unico cortile interno dove si apre una grande corte: qui si affacciano le abitazioni riservate alla servitù e la stalla, si possono ancora vedere i segni delle porte e delle scale di acceso medioevali. Nel 1857 il Castello di Speltara era abitato addirittura da 69 persone, sembra strano immaginarlo visitandolo oggi. L'ambientazione suggestiva di questo luogo è stata scelta, nel 1993, come scenografia per alcune scene del film Magnificat di Pupi Avati, presentato in concorso al 46º Festival di Cannes e ambientato nella settimana Santa della Pasqua del 926 d.C.

Approfondimenti e curiosità

La spelta: un'antica coltivazione

Il farro è una delle piante più antiche e utilizzate per il nutrimento umano. Si trovano tracce di questo cereale già nel Neolitico e durante l'epoca romana era alla base della dieta quotidiana degli eserciti sotto forma di pane, focacce e polente. Veniva coltivata in varie zone dell'Umbria; famosa ancora oggi è la produzione della zona di Monteleone di Spoleto. Ma di farro non ne esiste un solo tipo, le qualità più conosciute, infatti, sono ben tre: monococco, dicocco e spelta. Quest'ultima probabilmente è una varietà nata dall'incrocio della pianta del farro dicocco con un'erba spontanea da cui ha preso alcune caratteristiche precise. Si tratta di un tipo di farro molto più grande degli altri e la pianta è molto più simile a quella del grano tenero. Il farro spelta è meno rustico ed adattabile a terreni poveri rispetto al farro dicocco. Dalla molitura si ottiene un'ottima farina particolarmente adatta per dolci, biscotti e prodotti da forno.
Dove trovarlo
Video del castello